..:: la pesca a mosca, la nostra passione ::..
di Massimo Magliocco
Ogni lancio anti-dragaggio in generale è finalizzato a contrapporsi ad un determinato tipo di corrente. Anche il lancio curvo rientra in questa categoria.
Quante volte in mezzo al fiume in presenza di infide correnti siamo stati costretti a guardare inermi la nostra mosca dragare inesorabilmente senza poter far nulla dinanzi a questo fenomeno? O quante volte credendo erroneamente di utilizzare un tipo di lancio finalizzato a contrastare quella tipologia di corrente che il fiume in quel caso produce non siamo stati in grado di venire a capo della situazione? In queste circostanze il lancio ed una buona attrezzatura, intesa come giuste proporzioni delle componenti, sono le uniche armi che abbiamo a disposizione per poter combattere questo insidioso nemico. Ogni lancio anti-dragaggio il linea di massima va’ a contrastare una certa categoria di correnti che il fiume di volta in volta propone e quindi ad ogni singola situazione, per essere positivamente superata, ci si dovrà opporre con le giuste misure ovvero con dei lanci appropriati. Ma al di là di questi importanti concetti, ogni pescatore in generale dovrebbe cercare, nell’ambito delle proprie possibilità, di metterci sempre del suo ogni volta che si accinge a lanciare evitando di schematizzare troppo il tipo di lancio deciso per la circostanza. In effetti ogni singolo lancio si basa su delle matrici che dovrebbero servire solo come indirizzo generale. Del resto la tecnica si evoluta con il tempo tramite l'integrarsi delle esperienze di tutti. Così anche le cosiddette pose curve vengono eseguite in vari modi, l'importante è che i risultati siano quelli voluti, e cioè che alla fine del lancio si abbia sull'acqua quella curva ben delineata della coda, che è poi l’obbiettivo da raggiungere, finalizzata a combattere il dragaggio. Infatti questo ‘arco’ che si è generato contro corrente, andrà a ritardare il dragaggio della mosca quel tanto che basta per farla stare in pesca. Ma quando utilizzare le pose curve e come si opera per poterle eseguire correttamente? Come si diceva all'inizio, ogni tipologia di acqua che genera una relativa corrente ha i suoi rimedi poiché se non fosse così, si avrebbe un solo tipo di lancio anti-dragaggio. Le pose curve, o meglio il curvo però, è forse uno di quei pochi lanci che, proprio per sua semplicità, può essere utilizzato un po’ ovunque, ma per contro possiede dei limiti. Questo perché tutta l'operazione finalizzata a far assumere alla coda questa famosa curva come si può immediatamente immaginare, può peccare per esempio in precisione. In altre parole con questo lancio, può risultare difficile indirizzare la nostra mosca in un ben determinato punto non particolarmente facile da raggiungere cosa decisamente più semplice con dei lanci finalizzati a far si che la mosca ci arrivi direttamente. Comunque, nel lancio tutto è possibile. In linea di massima quindi il curvo lo prenderemo in considerazione ad esempio quando dovremo posare la mosca in quelle zone di acqua in cui esiste una corrente più forte rispetto alla linea sulla quale si andrà ad adagiare la coda. In effetti la sua efficacia sta proprio nel contrapporsi alle forze contrarie della corrente tagliandola in diagonale. La curva che si creerà interesserà la parte terminale della coda e il finale. La sua efficacia terminerà quando la porzione di coda curva che prima era rivolta verso monte, sospinta dalla corrente, si troverà a sua volta ad avere la convessità verso valle. Il curvo può essere eseguito con un arco della coda piccolo o grande, a seconda delle circostanze.
Quando incontriamo una corrente, per esempio a ridosso della sponda opposta che interessa una porzione limitata rispetto alla larghezza del fiume, cercheremo di curvare la coda in maniera più ristretta e concentrata in quel punto (fig.1), mentre se la corrente interessa una porzione di fiume maggiore o è più uniforme, la nostra curva sarà più grande (fig.2).
Quindi si può dire che l’ampiezza della curva è direttamente proporzionale alla superficie trasversale che la corrente occupa. Un altro esempio in cui si può utilizzare il curvo, in questo caso non proprio per combattere il dragaggio, è quando dobbiamo far arrivare la mosca nel campo visivo della trota in caccia sotto il pelo dell’acqua senza che questa, a causa della trasparenza, veda prima la coda e il finale e quindi può impaurirsi e fuggire via compromettendo tutto (fig.3).
In questo caso il curvo se ben eseguito riesce a dimostrare tutta la sua efficacia. Ma come si deve operare per eseguire un buon curvo ? In generale si può affermare che il lancio curvo è un’espressione del ‘fuori-asse’ che la coda deve compiere. Infatti se in un lancio chiamiamolo normale lo scopo è quello di far stare in perfetto asse il vettino della canna e la coda di topo per avere più precisione e più velocità, nel lancio curvo sarà il contrario, cioè dovremo far compiere alla coda un tragitto diverso ovvero andare fuori-asse cioè far viaggiare canna e coda su due piani diversi. Operando in questa maniera, la coda di topo, lavorando appunto su di un altro livello da quello in cui si trovava all’inizio del lancio, compirà una vera e propria curva. Diventa estremamente importante rallentare la velocità iniziale della coda per poterla così smorzare e poi depositare così com’è direttamente sull’acqua. L’operazione pratica consiste nel ruotare il polso nel verso della curva che dovremo creare cercando di far compiere al vettino una ‘cucchiaiata’ cioè un’apertura verso l’esterno nel momento in cui la coda tende a passare in testa cioè avanti alla canna. Contemporaneamente dovremo smorzare la velocità della coda di topo rilasciando in anticipo, ma al momento giusto, la coda trattenuta dalla mano sinistra. Questa operazione risulta estremamente importante in quanto se si continuasse a tendere la coda con la mano sinistra, questa inevitabilmente finirebbe per distendersi in modo rettilineo compromettendo così tutta l’operazione. Il curvo può essere sia dritto che rovescio a seconda che si stia pescando da una riva o dall’altra. Se operiamo di rovescio, agiremo più o meno alla stessa maniera del dritto, avendo cura di aprire all’esterno con una torsione di polso. Non ultimo un accorgimento fondamentale, cioè il polso sia nel dritto che nel rovescio, non dovrà mai ruotare come se si stesse utilizzando un cacciavite perché questa operazione, errata, farebbe si che la canna girando su se stessa non creerebbe nessun risultato in quanto la traiettoria del vettino e della coda rimarrebbe identica, mentre lo scopo del lancio è proprio quello di far viaggiare la coda su un piano diverso da quello disegnato della canna.